Sismica a rifrazione

L’indagine si basa sulla misura dei tempi di percorso dalla stazione energizzante ad una successione di stazioni riceventi (“geofoni”), attraverso la quale è possibile dedurre le velocità e gli spessori degli orizzonti in cui si propagano le onde elastiche generate. Ottenendo informazioni sulla natura e la struttura del sottosuolo, per profondità che variano da pochi metri fino a varie decine di metri. La strumentazione necessaria è costituita da un stazione di registrazione, il “sismografo” e da una serie di geofoni che vengono equispaziati lungo uno “stendimento sismico”.
Il sismografo registra l’attimo in cui viene generata la perturbazione elastica ed i tempi di arrivo delle onde a ciascun geofono. Il “sismogramma” generato illustra la registrazione completa del segnale ricevuto ed amplificato da ciascun geofono. Le sorgenti di energia possono essere costituite da cariche esplosive, cannoncino sismico, caduta di un grave, mazza 5-10 kg e vibratore.